Un’indagine condotta da Regus su 22 mila
manager e professionisti in oltre 100 Paesi del mondo ha evidenziato che per
più della metà dei lavoratori (oltre il 53%) il livello di stress sul lavoro
sia aumentato rispetto a cinque anni fa. Per gli italiani, i motivi sono
soprattutto l’instabilità del posto di lavoro, le tecnologie obsolete con cui
si lavora, la carenza di collaboratori e la scarsa flessibilità. La maggior
parte degli intervistati ritiene che le varie forme di smart working possano
contribuire ad attenuare lo stress
Sto lontano dallo stress. Anzi no. I lavoratori sono sempre più stressati. Lo conferma una ricerca condotta da Regus, l’azienda fornitrice di spazi di lavoro flessibili, su un campione di 22 mila manager e professionisti in più di 100 Paesi.
Sto lontano dallo stress. Anzi no. I lavoratori sono sempre più stressati. Lo conferma una ricerca condotta da Regus, l’azienda fornitrice di spazi di lavoro flessibili, su un campione di 22 mila manager e professionisti in più di 100 Paesi.
Più della metà degli intervistati a
livello globale (oltre il 53%) ritiene che il
livello di stress sia aumentato significativamente rispetto a cinque anni
fa.
Per gli italiani, a generare stress sono
soprattutto l’instabilità del posto di
lavoro (30% contro il 15% della media globale), le tecnologie obsolete con cui si lavora (30%), la carenza di
personale e collaboratori (27%) e la bassa
flessibilità degli orari e dei luoghi di lavoro (15%).
Oltre alle condizioni lavorative e al
continuo senso di precarietà, ciò che sembra creare più logorio è il ritardo in
termini di innovazione. Lavorare con le
stesse modalità routinarie del passato (scrivania fissa, orario fisso,
scarso ricorso al telelavoro e alle forme di smart working) non piace ed è un
elemento che incrina l’equilibrio tra vita privata e attività lavorativa.
Non a caso, tre quarti degli intervistati (media globale 74%, dato Italia 73%) sono convinti che cambiare lo scenario di lavoro, come ad esempio lavorare in un ambiente diverso da quello solito, possa essere un elemento che attenua lo stress.
Sei italiani su dieci (61%, contro la
media globale del 59%) ritengono inoltre che svolgere il proprio lavoro con più
flessibilità permetta di arrivare a un work life balance migliore e più
soddisfacente.
Infatti, le esperienze di chi lavora già
in modo flessibile, come
chi opera in part time, lo confermano: il 61% (58% a livello globale) si dice
più soddisfatto e meno stressato e anche il 43% (55% media globale) dei
lavoratori autonomi e i free lance, grazie alla libertà di gestire il tempo in autonomia, ritiene di godere di un
buon equilibrio tra attività lavorativa e tempo libero.
Ma non ci sono solo la scarsa
flessibilità e le preoccupazioni relative al futuro a creare tensioni. A
livello globale la prima causa di stress è infatti la mancanza di esercizio fisico e di cibi salutari (21%). I nostri
connazionali invece indicano questa come la quarta causa di stress, nonostante
la percentuale di risposte sia più alta rispetto alla media internazionale:
26%.
"Mentre si registra un aumento dello
stress sul posto di lavoro - ha commentato il country manager di Regus per
l’Italia, Mauro Mordini -, il mondo
del lavoro concorda sul fatto che poter svolgere
la propria attività in modo agile e flessibile possa rappresentare una
soluzione per migliorare la qualità della vita".