Da una ricerca condotta dall’Istituto
Toniolo emerge che la maggioranza degli under 30 (il 78%) inizia ad apprezzare
lo strumento del tirocinio come canale di ingresso nel mondo del lavoro.
Secondo Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, anche le aziende dimostrano di gradire di più rispetto al passato questa modalità per formare e conoscere i possibili nuovi assunti
Lo stage? Non dispiace. Né ai giovani italiani né alle aziende. Per quanto riguarda le nuove generazioni, la prova arriva dal Rapporto Giovani, una ricerca curata dall’Istituto Toniolo, con la collaborazione della testata online Repubblica degli stagisti, che approfondisce il modo in cui gli under 30 italiani guardano allo strumento del tirocinio.
L’indagine conferma che l’atteggiamento prevalente tra chi si affaccia al mondo del lavoro è pragmatico: lo stage può essere più o meno utile a seconda delle condizioni in cui viene svolto.
«La grande maggioranza dei giovani lo mette in conto come un passaggio obbligato prima di entrare pienamente nel mercato del lavoro», ha affermato Alessandro Rosina, ordinario di Statistica sociale alla Cattolica di Milano e curatore della ricerca.
«Ma viene percepito - continua il docente - con ambivalenza. L'83% lo considera un potenziale strumento di sfruttamento, ma contemporaneamente il 78% pensa che possa essere una importante modalità di formazione e preparazione al mondo del lavoro. Insomma per alcuni è un “male” necessario, per altri una cosa buona troppo spesso usata male e quindi da migliorare perché sia effettivamente utile».
Secondo Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, anche le aziende dimostrano di gradire di più rispetto al passato questa modalità per formare e conoscere i possibili nuovi assunti
Lo stage? Non dispiace. Né ai giovani italiani né alle aziende. Per quanto riguarda le nuove generazioni, la prova arriva dal Rapporto Giovani, una ricerca curata dall’Istituto Toniolo, con la collaborazione della testata online Repubblica degli stagisti, che approfondisce il modo in cui gli under 30 italiani guardano allo strumento del tirocinio.
L’indagine conferma che l’atteggiamento prevalente tra chi si affaccia al mondo del lavoro è pragmatico: lo stage può essere più o meno utile a seconda delle condizioni in cui viene svolto.
«La grande maggioranza dei giovani lo mette in conto come un passaggio obbligato prima di entrare pienamente nel mercato del lavoro», ha affermato Alessandro Rosina, ordinario di Statistica sociale alla Cattolica di Milano e curatore della ricerca.
«Ma viene percepito - continua il docente - con ambivalenza. L'83% lo considera un potenziale strumento di sfruttamento, ma contemporaneamente il 78% pensa che possa essere una importante modalità di formazione e preparazione al mondo del lavoro. Insomma per alcuni è un “male” necessario, per altri una cosa buona troppo spesso usata male e quindi da migliorare perché sia effettivamente utile».
Il tirocinio però sembra riscuotere più successo che in passato anche tra le aziende. Lo si evince
dai riscontri di “Best Stage 2015”,
evento organizzato il 15 giugno a Milano da repubblicadeglistagisti.it
per fare il punto sulla situazione dell'occupazione giovanile in Italia e
presentare l’edizione aggiornata della guida Best Stage, un
vademecum (50 mila download per l’edizione 2014) con informazioni
aggiornate sulle leggi regionali in materia di stage, risposte a domande
frequenti in tema, informazioni sulle migliori opportunità di stage all'estero, in agenzie
europee e organismi internazionali e la lista della trentina di aziende che a
oggi fanno parte dell'RdS network,
l'iniziativa di RdS che federa le imprese più virtuose con gli
stagisti (almeno 500 euro di rimborso al mese per i laureati,
almeno 250 euro per gli altri, trasparenza sul numero di stage attivati
annualmente e sulla percentuale di assunzione post stage).
Le aziende presenti all’incontro hanno confermato di credere nello stage come mezzo per formare e conoscere i candidati prima dell’eventuale assunzione. «È uno strumento positivo per “prendersi le misure vicendevolmente», ha detto Manuela Kron, direttore Corporate Affairs Gruppo Nestlé in Italia.
Un dato da interpretare positivamente, secondo Eleonora Voltolina, fondatrice e direttore de La Repubblica degli Stagisti, è la crescita di richieste, da parte delle imprese, di certificati di qualità degli stage come quelli rilasciati dalla testata online: «Negli ultimi mesi è aumentato il numero di aziende che ci contattano per chiederci di entrare nell'RdS network».
Ed è un segnale incoraggiante notare che a scommettere sugli stage sono anche le imprese medio-piccole. Tra gli RdS Awards, i premi che il sito diretto da Voltolina conferisce alle aziende che si sono distinte nell’uso degli stage, c’erano infatti di nuovo anche delle Pmi: DPV e ProgettoED (azienda con una decina di dipendenti), a cui è andato l'award “Speciale piccola impresa”. Entrambe, si legge nella motivazione, hanno dimostrato qualità nella gestione dei propri stagisti, offrendo una formazione di buon livello e uno sbocco lavorativo al termine dell'esperienza.
Le aziende presenti all’incontro hanno confermato di credere nello stage come mezzo per formare e conoscere i candidati prima dell’eventuale assunzione. «È uno strumento positivo per “prendersi le misure vicendevolmente», ha detto Manuela Kron, direttore Corporate Affairs Gruppo Nestlé in Italia.
Un dato da interpretare positivamente, secondo Eleonora Voltolina, fondatrice e direttore de La Repubblica degli Stagisti, è la crescita di richieste, da parte delle imprese, di certificati di qualità degli stage come quelli rilasciati dalla testata online: «Negli ultimi mesi è aumentato il numero di aziende che ci contattano per chiederci di entrare nell'RdS network».
Ed è un segnale incoraggiante notare che a scommettere sugli stage sono anche le imprese medio-piccole. Tra gli RdS Awards, i premi che il sito diretto da Voltolina conferisce alle aziende che si sono distinte nell’uso degli stage, c’erano infatti di nuovo anche delle Pmi: DPV e ProgettoED (azienda con una decina di dipendenti), a cui è andato l'award “Speciale piccola impresa”. Entrambe, si legge nella motivazione, hanno dimostrato qualità nella gestione dei propri stagisti, offrendo una formazione di buon livello e uno sbocco lavorativo al termine dell'esperienza.
Gli altri premi sono andati a Tetra Pak (miglior
rimborso spese: 800 euro netti mensili, che diventano 1.100 per chi risiede a
più di
40 km, mensa, notebook e palestra), Spindox ed Everis miglior tasso di
assunzione post-stage: nel 2014, oltre il 90%), Ferrero
(punteggio
più alto dai lettori della Repubblica
degli Stagisti), EY (miglior utilizzo dell'apprendistato: nel 2014 405
contratti di questo tipo), Nestlé e Bosch (smart working e conciliazione tempi
di lavoro e vita privata, premio assegnato in collaborazione con il Comune di
Milano).