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lunedì, giugno 22, 2015

Giovani e stage: il rapporto migliora



Da una ricerca condotta dallIstituto Toniolo emerge che la maggioranza degli under 30 (il 78%) inizia ad apprezzare lo strumento del tirocinio come canale di ingresso nel mondo del lavoro.
Secondo Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, anche le aziende dimostrano di gradire di più rispetto al passato questa modalità per formare e conoscere i possibili nuovi assunti 


Lo stage? Non dispiace. Né ai giovani italiani né alle aziende. Per quanto riguarda le nuove generazioni, la prova arriva dal Rapporto Giovani, una ricerca curata dall’Istituto Toniolo, con la collaborazione della testata online Repubblica degli stagisti, che approfondisce il modo in cui gli under 30 italiani guardano allo strumento del tirocinio.

L’indagine conferma che l’atteggiamento prevalente tra chi si affaccia al mondo del lavoro è pragmatico: lo stage può essere più o meno utile a seconda delle condizioni in cui viene svolto.

«La grande maggioranza dei giovani lo mette in conto come un passaggio obbligato prima di entrare pienamente nel mercato del lavoro», ha affermato Alessandro Rosina, ordinario di Statistica sociale alla Cattolica di Milano e curatore della ricerca.

«Ma viene percepito - continua il docente - con ambivalenza. L'83% lo considera un potenziale strumento di sfruttamento, ma contemporaneamente il 78% pensa che possa essere una importante modalità di formazione e preparazione al mondo del lavoro. Insomma per alcuni è un “male” necessario, per altri una cosa buona troppo spesso usata male e quindi da migliorare perché sia effettivamente utile».

Il tirocinio però sembra riscuotere più successo che in passato anche tra le aziende. Lo si evince dai riscontri di “Best Stage 2015”, evento organizzato il 15 giugno a Milano da repubblicadeglistagisti.it per fare il punto sulla situazione dell'occupazione giovanile in Italia e presentare l’edizione aggiornata della guida Best Stage, un vademecum (50 mila download per l’edizione 2014) con informazioni aggiornate sulle leggi regionali in materia di stage, risposte a domande frequenti in tema, informazioni sulle migliori opportunità di stage all'estero, in agenzie europee e organismi internazionali e la lista della trentina di aziende che a oggi fanno parte dell'RdS network, l'iniziativa di RdS che federa le imprese più virtuose con gli stagisti (almeno 500 euro di rimborso al mese per i laureati, almeno 250 euro per gli altri, trasparenza sul numero di stage attivati annualmente e sulla percentuale di assunzione post stage).

Le aziende presenti all’incontro hanno confermato di credere nello stage come mezzo per formare e conoscere i candidati prima dell’eventuale assunzione. «È uno strumento positivo per “prendersi le misure vicendevolmente», ha detto Manuela Kron, direttore Corporate Affairs Gruppo Nestlé in Italia.

Un dato da interpretare positivamente, secondo Eleonora Voltolina, fondatrice e direttore de La Repubblica degli Stagisti, è la crescita di richieste, da parte delle imprese, di certificati di qualità degli stage come quelli rilasciati dalla testata online: «Negli ultimi mesi è aumentato il numero di aziende che ci contattano per chiederci di entrare nell'RdS network».

Ed è un segnale incoraggiante notare che a scommettere sugli stage sono anche le imprese medio-piccole. Tra gli RdS Awards, i premi che il sito diretto da Voltolina conferisce alle aziende che si sono distinte nell’uso degli stage, c’erano infatti di nuovo anche delle Pmi: DPV e ProgettoED (azienda con una decina di dipendenti), a cui è andato l'award “Speciale piccola impresa”. Entrambe, si legge nella motivazione, hanno dimostrato qualità nella gestione dei propri stagisti, offrendo una formazione di buon livello e uno sbocco lavorativo al termine dell'esperienza.

Gli altri premi sono andati a Tetra Pak (miglior rimborso spese: 800 euro netti mensili, che diventano 1.100 per chi risiede a più di 40 km, mensa, notebook e palestra), Spindox ed Everis miglior tasso di assunzione post-stage: nel 2014, oltre il 90%), Ferrero (punteggio più alto dai lettori della Repubblica degli Stagisti), EY (miglior utilizzo dell'apprendistato: nel 2014 405 contratti di questo tipo), Nestlé e Bosch (smart working e conciliazione tempi di lavoro e vita privata, premio assegnato in collaborazione con il Comune di Milano).

martedì, giugno 16, 2015

Estate, oltre 24 mila opportunità con le agenzie per il lavoro: ecco le figure più richieste


Da una recente indagine di Assolavoro, lassociazione nazionale delle apl, emerge che con la bella stagione sono numerose le occasioni di lavoro in somministrazione. I settori con le maggiori chance sono il turismo, la ristorazione e la sanità. I profili più richiesti? Animatori, cuochi e personale di sala, ma anche magazzinieri, medici e infermieri


Da una recente indagine di Assolavoro, l’associazione nazionale delle apl, emerge che con la bella stagione sono numerose le occasioni di lavoro in somministrazione. I settori con le maggiori chance sono il turismo, la ristorazione e la sanità. I profili più richiesti? Animatori, cuochi e personale di sala, ma anche magazzinieri, medici e infermieri
Non solo vacanze. L’estate può diventare un’ottima occasione per trovare un impiego approfittando delle chance di lavoro in somministrazione che si aprono con la bella stagione. Secondo una recente indagine di Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro (oltre 2.500 filiali complessive in tutta Italia, considerando tutte le associate, che fanno accedere a oltre 1,2 milioni di occasioni di lavoro), sono più di 24 mila le opportunità lavorative delle agenzie per il lavoro per l’estate 2015.

I settori dove si registra il maggior numero di posti disponibili sono, come prevedibile, il turismo e la ristorazione, ma anche la sanità e i servizi alla persona, l’agricoltura e l’industria di trasformazione

Nell’ambito dell’ospitalità, le figure professionali più ricercate sono gli animatori, le hostess, i cuochi, i pasticceri, il personale di sala, i barman e gli addetti all’accoglienza e all’assistenza della clientela.

Ma c’è anche spazio per quei ruoli che rappresentano un indotto diretto del turismo estivo, in quanto sono richiesti tanto nelle strutture turistiche quanto in luoghi come porti, aeroporti, centri commerciali e negozi di vario tipo.
 
Il caldo e l’afflusso di gente aumentano la possibilità di malori e di problemi per la salute? Ecco allora che nelle 24 mila vacancy di manodopera in somministrazione si registrano anche quelle di personale medico (con particolare riferimento a medici e infermieri) da impiegare in hotel e luoghi di vacanza, di fisioterapisti e farmacisti.

Nel comparto socio-assistenziale risultano molto ricercati quei professionisti, come gli oss (operatori socio sanitari) e gli addetti allassistenza di base, che si dedicano in particolare alla cura degli anziani in strutture ad hoc. Allo stesso tempo, c’è bisogno di personale che si occupi di bimbi, soprattutto babysitter, e più in generale della cura del corpo, dalle estetiste ai personal trainer.

Quanto al lavoro stagionale agricolo, le maggiori opportunità si trovano nella raccolta di frutta, fiori e ortaggi. E non è da sottovalutare la possibilità di accedere a impieghi all’interno di aziende manifatturiere, sia nelle aree commerciali e amministrative che direttamente nella produzione, soprattutto nelle imprese conserviere.

Quali sono i requisiti più richiesti dalle agenzie per il lavoro che offrono impiego per conto delle loro aziende clienti? Flessibilità e disponibilità a lavorare su turni anche nei giorni festivi e nei weekend, disponibilità a viaggiare - cosa che in estate può diventare più piacevole -, capacità di gestire lo stress, doti comunicative, conoscenza indispensabile dell’inglese e, se possibile, di altre lingue straniere.

Gettonatissime, vista la provenienza dei turisti stranieri in Italia, sono le lingue come il cinese, larabo e il russo: chi le conosce ha molta più probabilità di lavorare rispetto ad altri candidati altrettanto preparati ma meno competenti dal punto di vista linguistico.

Infine, chi deve compiere attività specializzate ha naturalmente l’obbligo di essere dotato di brevetti e certificazioni ad hoc, come nel caso degli istruttori subacquei.

mercoledì, giugno 10, 2015

Lavoro, le dieci cose che rendono felice un dipendente


Ecco qual è, secondo lindagine del Barometro Ipsos 2015, il decalogo degli interventi di welfare aziendale che contribuiscono al benessere psicofisico dei lavoratori. Dalla formazione ai buoni pasto

Essere soddisfatti sul lavoro non è soltanto una questione personale ma la risultante di una serie di condizioni presenti sul luogo di lavoro e di interventi di welfare aziendale.

In base ai dati del Barometro Ipsos 2015, una ricerca annuale condotta (su un campione rappresentativo di dipendenti di 14 Paesi europei) per conto di Edenred, società che gestisce i fondi finalizzati per le imprese, è stato stilato un vero e proprio decalogo del benessere lavorativo. Ovvero, gli elementi che contribuiscono alla felicità di un dipendente.

1. Investimento in formazione
Secondo lamministratore delegato di Edenred Italia, Andrea Keller, «l86% dei lavoratori italiani ritiene che la formazione sia lingrediente principale della competitività personale ed aziendale. Le moderne piattaforme di flexible benefit consentono di scegliere percorsi modulari allinterno di un ampio panel di scuole manageriali, università e centri di formazione»

2. Salute e  prevenzione
Per tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori ci possono essere vari strumenti di welfare aziendale come lassistenza sanitaria, le assicurazioni integrative e gli screening per prevenire malattie.

3. Benefit su misura
Sentirsi una persona, con un ruolo e non uno tra tanti. Così come psicologicamente è utile differenziarsi, anche per i benefit servono soluzioni ad hoc che cambiano per single, mamme, junior o senior. Un programma di welfare aziendale che funziona deve essere flessibile.

4. Buoni pasto
Alimentarsi bene è fondamentale. Avere lincentivo del buono pasto induce a mangiare meglio e a curare al meglio la pausa pranzo.

5. Gestione dello stress
Tutto ciò che agevola il work-life balance, lequilibrio tra lavoro e vita privata, serve a ridurre lo stress e a rendere i lavoratori più sereni e produttivi. Alcune misure? La baby sitter a domicilio, il maggiordomo aziendale e il caregiver.

6. Aiuto per i trasporti
Arrivare al lavoro sapendo che il tragitto è costato, oltre che tempo, molto denaro, è un fattore che demoralizza chi lavora. Ecco perché i dipendenti europei sostengono che ricevere un aiuto economico per i trasporti (magari, labbonamento ai mezzi), sarebbe unagevolazione molto apprezzata.

7. Il sostegno per i consumi energetici
Così come i trasporti, anche i consumi energetici pesano molto sul bilancio familiare. Un contributo da parte dellazienda riuscirebbe a rendere più motivato il personale.

8. Lasilo nido
Se ne parla da anni, anche se non se ne fanno mai abbastanza. Per favorire il lavoro femminile ed evitare che tanta professionalità venga sprecata e non utilizzata al meglio è necessario che i genitori, e in particolare le mamme, abbiano la possibilità di poter andare al lavoro sapendo di poter lasciare il proprio figlio in una struttura sicura, meglio ancora se proprio allinterno dellazienda. Contribuire a queste spese sarebbe prioritario per togliere problemi ai lavoratori.

9. Laiuto ai familiari non autosufficienti
Negli ultimi cinquant'anni, nel nostro paese, la famiglia è profondamente cambiata. Il welfare privato - afferma Andrea Keller, lamministratore di Edenred Italia  - oggi può agire concretamente sui bisogni di nuclei familiari che al loro interno ospitano soggetti fragili (anziani, diversamente abili);  una realtà sempre più diffusa e bisognosa di supporto.

10. Aiuto ai familiari per attività sportive e culturali
Se un dipendente vede che la propria azienda si prende cura anche dei propri figli è più motivato a sentirsi parte dellazienda. Pertanto, se lazienda finanzia iniziative culturali e attività sportive, contribuisce al benessere e alla produttività dei lavoratori.

Intanto, però, nel 2015 il mercato del lavoro italiano è risultato tra i più immobili in Europa, con dipendenti sfiduciati in merito alle proprie prospettive professionali. Tanto che, secondo lindagine Ipsos, nel 66% dei casi, hanno rinunciato a ricercare attivamente una nuova posizione.

Dato ancora più allarmante è che gli italiani sono fedeli alla propria azienda soprattutto perché credono di non potersi ricollocare rapidamente (77% del campione) e perché sono tra i più sfiduciati verso il futuro, terzi solo dietro francesi e polacchi.