In Inghilterra le chance per chi svolge professioni infermieristiche sono numerosissime, anche se le cifre sulle posizioni aperte non sono univoche. Per farsi assumere, c’è chi sceglie di farsi selezionare già nel proprio Paese attraverso le agenzie per il lavoro e chi invece prova a farsi strada autonomamente. I salari di partenza sono di circa 22 mila sterline all’anno (circa 30 mila euro)
Fino a qualche anno fa era una delle professioni più richieste in Italia. Studiare per diventare infermiere significava, nella maggioranza dei casi, garantirsi un lavoro. Ora non è più così: anche nel nostro Paese è diventato difficile trovare un’occupazione.
Ma ci sono Paesi europei in cui le opportunità di impiego per queste figure professionali non mancano perché l’offerta è ben inferiore alla domanda. Uno di questi Paesi è il Regno Unito, dove centinaia - e a volte migliaia - di professionisti italiani vengono assunti ogni anno per andare a lavorare in ospedali, cliniche e strutture mediche di vario tipo.
Sul numero delle offerte di lavoro Oltremanica per infermieri, esistono riferimenti molto contrastanti. Dalla Government's Shortage Occupations List, ovvero l’elenco delle posizioni lavorative aperte nei vari settori produttivi compilato dal governo britannico nel sito visabureau.com, emerge che tra infermieri di vario genere, infermieri da sala operatoria e specialisti per la terapia intensiva dei neonati, al 20 maggio risultano 3.211 vacancy.
Ufficialmente, quindi, c’è posto per più di tremila persone. Ma se si guarda ad altre fonti, non governative, le disponibilità risultano essere molte di più. Stando ad alcune stime recenti, ci saranno almeno 20 mila nuove assunzioni nel sistema britannico fino a fine 2016.
Secondo il popolare sito di annunci di lavoro Adzuna.co.uk, molto frequentato proprio per le professioni relative all’healthcare, sarebbero oltre 126 mila le offerte legate all’attività infermieristica di vario genere.
Certo, c’è la probabilità che più di qualche annuncio contenga la stessa proposta di lavoro da parte delle aziende. Ma il dato resta comunque impressionante e dà l’idea di quanto il Regno Unito abbia bisogno di profili di questo tipo.
Non a caso, alcune indagini recenti suggeriscono che almeno
un infermiere su cinque in Inghilterra viene dall’estero.
In particolare da Spagna, Portogallo e Filippine. Ma anche l’Italia,
come detto, non è da
meno.
Con salari che partono da 22 mila sterline all’anno (circa 30 mila euro), ma che possono crescere con l’esperienza fino a raggiungere picchi di 100 mila sterline annue (circa 140 mila euro), è comprensibile che le opportunità, quasi sempre full time e a tempo indeterminato, risultino attraenti.
Con salari che partono da 22 mila sterline all’anno (circa 30 mila euro), ma che possono crescere con l’esperienza fino a raggiungere picchi di 100 mila sterline annue (circa 140 mila euro), è comprensibile che le opportunità, quasi sempre full time e a tempo indeterminato, risultino attraenti.
Il recruiting avviene sostanzialmente in due modi. In molti
casi, il primo processo di selezione viene effettuato, da parte di alcune
agenzie per il lavoro (tra cui, in Italia, Synergie), direttamente nei Paesi di
provenienza degli infermieri.
Questa modalità consente normalmente di affrontare il trasferimento e l’esperienza lavorativa in Gran Bretagna con meno difficoltà pratiche e burocratiche.
Scegliendo questa via, spesso i neoassunti ricevono un aiuto nel cercare un alloggio e vengono agevolati nel percorso di iscrizione all’NMC (Nursing and Midwifery Council), l'autorità di regolamentazione per le professioni infermieristiche e ostetriche in Gran Bretagna che si occupa soprattutto dell’aggiornamento professionale degli infermieri.
L’altra opzione è quella di recarsi in Inghilterra, iscriversi autonomamente all’NMC e rispondere a vari annunci. Di solito, i requisiti per candidarsi a queste offerte, oltre ovviamente alla laurea in scienze infermieristiche, sono la conoscenza dell’inglese almeno a livello medio (B1) e appunto l’inizio del processo di iscrizione al Nurse and Midwifery Council.
Questa modalità consente normalmente di affrontare il trasferimento e l’esperienza lavorativa in Gran Bretagna con meno difficoltà pratiche e burocratiche.
Scegliendo questa via, spesso i neoassunti ricevono un aiuto nel cercare un alloggio e vengono agevolati nel percorso di iscrizione all’NMC (Nursing and Midwifery Council), l'autorità di regolamentazione per le professioni infermieristiche e ostetriche in Gran Bretagna che si occupa soprattutto dell’aggiornamento professionale degli infermieri.
L’altra opzione è quella di recarsi in Inghilterra, iscriversi autonomamente all’NMC e rispondere a vari annunci. Di solito, i requisiti per candidarsi a queste offerte, oltre ovviamente alla laurea in scienze infermieristiche, sono la conoscenza dell’inglese almeno a livello medio (B1) e appunto l’inizio del processo di iscrizione al Nurse and Midwifery Council.