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martedì, aprile 28, 2015

Play the Games. “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”





Questo è il giuramento dell’atleta con il quale si è aperta la tappa torinese di “Play The Games” al PalaRuffini venerdì 17 Aprile, uno dei 27 appuntamenti programmati su tutto il territorio nazionale dal Movimento sportivo Special Olympics, all’insegna dello sport e dell’inclusione sociale.
 
Play the Games è un unico grande evento che attraversa l’Italia, suddiviso in tappe,  e pensato per diffondere la conoscenza della disabilità intellettiva ed educare alla comprensione e alla valorizzazione della diversità in ogni sua più ampia espressione.

Special Olympics è un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettive. Più di 170 paesi nel mondo adottano il programma Special Olympics.

La missione di questo Movimento è “promuovere gli allenamenti e la pratica dello sport olimpico per individui con disabilità intellettive, dando loro continue opportunità di sviluppo fisico e psichico, facendo loro dimostrare coraggio, capacità, e creando occasioni di crescita per tutta la comunità. Il fine ultimo di Special Olympics è quello di offrire una possibilità ai portatori di handicap al fine di diventare cittadini utili alla società, essere accettati, apprezzati e rispettati dall’intera comunità.” 

Lo spirito di Special Olympics va oltre le razze, le nazionalità, i confini geografici, le età o le religioni. La disabilità non è un mondo a parte, ma una parte del mondo. E gli atleti disabili sono atleti a tutti gli effetti, con la loro costanza e la loro tenacia.

E soprattutto la loro voglia di competere e di misurarsi con i propri limiti. Lo sport è un potente motore di inclusione sociale, così come lo è il lavoro, in particolare per le fasce svantaggiate: da questo presupposto nasce la volontà di Synergie Italia di sostenere il programma Special Olympics.

Negli ultimi anni Synergie ha sviluppato un vero e proprio filone di attività sugli svantaggi e sull’inserimento delle fasce deboli nel mercato del lavoro. La filosofia del Programma Special Olympics mette al centro la persona, con i suoi limiti e la propria capacità di superarne in parte i condizionamenti, e coincide con la cura e l’attenzione che Synergie dedica alla selezione e al rafforzamento delle competenze delle risorse umane.

La tre giorni torinese di Special Olympics ha previsto le competizioni di bocce e di nuoto, con la partecipazione della Federazione Italiana Bocce e della federazione Italiana di Nuoto. La premiazione si svolta con la presenza del Sindaco Piero Fassino in rappresentanza della Città di Torino. Grande lo sforzo degli organizzatori guidati dal responsabile regionale Chiarlye Cremonte e da quello provinciale Giancarlo Amberti, sostenuti dagli sponsor e dall’entusiasmo delle associazioni degli atleti.

lunedì, aprile 27, 2015

NASPI, mini-guida per richiedere la nuova indennità di disoccupazione


Ecco alcune indicazioni utili sul nuovo ammortizzatore sociale introdotto dal governo nellambito del Jobs Act: chi può richiedere, come fare domanda, a quanto ammonta lindennità e quanto dura

La NASPI (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale Per lImpiego) è la nuova indennità di disoccupazione introdotta dal governo Renzi nellambito del Jobs Act. Dal primo maggio sostituirà gli ammortizzatori sociali attualmente in vigore: ASP e mini ASPI.

Ecco chi può fare richiesta della NASPI

Possono fare domanda per il sussidio soltanto i lavoratori dipendenti (con contratto a tempo determinato, indeterminato o di apprendistato) che:
  • hanno perso involontariamente il lavoro. Non possono quindi accedere allindennità le persone che si sono dimesse volontariamente senza giusta causa; 
  • hanno almeno tredici settimane di contributi versati nei quattro anni che precedono il periodo di disoccupazione;
  • hanno svolto almeno 18 giorni di lavoro nellultimo anno.
Come si richiede la NASPI
La richiesta si può presentare in diversi modi:
  • online, sul sito dellINPS, da quando lindennità sarà disponibile. Per richiedere la NASPI online sul sito INPS è necessario essere in possesso del codice Pin. Ecco il link in cui si può fare richiesta del codice;
  • attraverso il call center dellINPS, digitando il numero gratuito 803164 da telefono fisso o il numero da cellulare 06164164 (in questo caso la chiamata è a pagamento, in base alle tariffe del proprio piano telefonico)
  • rivolgendosi a strutture come CAF (centri assistenza fiscale) e patronati oppure attraverso commercialisti, consulenti del lavoro e altri liberi professionisti.

A quanto ammonta la NASPI
  • Limporto del nuovo sussidio è pari al 75% dello stipendio, se questultimo è pari o inferiore a 1.195 euro al mese nel 2015
  • Può arrivare a un massimo di 1.300 euro al mese, se lo stipendio percepito prima della perdita del lavoro era superiore a 1.195 euro al mese: si calcola il 75% di 1.195 euro più unindennità del 25% della cifra che eccede. Dal quinto mese di fruizione dellindennità, la cifra viene ridotta del 3% al mese.


Quanto dura la NASPI

Il sussidio dura per un numero di settimane pari alla metà di quelle di lavoro svolte nei quattro anni precedenti. La durata massima è di due anni.

Quali obblighi ha un lavoratore che percepisce lindennità di disoccupazione

Chi riceve la NASPI è obbligato a partecipare a iniziative di attivazione lavorativa o riqualificazione professionale per rendere più facile il proprio ritorno nel mondo del lavoro.


martedì, aprile 14, 2015

Tfr in busta paga: ora si può, ma a chi piace?


Dal 3 aprile è possibile richiedere lanticipo del trattamento di fine rapporto. Ma unindagine SWG-Confesercenti ha rilevato che solo il 17% dei lavoratori ha deciso di aderire, mentre il restante 83% lascerà la somma in azienda. A pesare sulla scelta anche la tassazione ordinaria dellanticipo. Secondo i calcoli della Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro, la misura potrà essere davvero conveniente solo per i lavoratori con un reddito fino a 15 mila euro.

Dal 3 aprile si può chiedere lanticipo del Tfr (Trattamento di fine rapporto) in busta paga, così come promesso da Matteo Renzi e dal suo governo. A stabilirlo è stato il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri pubblicato in Gazzetta ufficiale il 19 marzo scorso. Chiunque abbia almeno sei mesi di anzianità in azienda e sceglie di avvalersi di questa opportunità, può fare la richiesta in qualunque momento ma non può cambiare idea fino al 30 giugno 2018

Lanticipo è definito Quir, quota integrativa della retribuzione, e potrà essere richiesto da tutti i lavoratori dipendenti, fatta eccezione per quelli della Pa. Bisogna presentare un modulo semplice e precompilato.

Una convenzione con lAbi, lassociazione bancaria italiana, stipulata con Ministero dellEconomia, Ministero del Lavoro e Inps, consente anche alle aziende di piccole dimensioni di accedere a prestiti agevolati per far fronte alle richieste di anticipo del Tfr da parte dei dipendenti. Nelle aziende sotto i 50 dipendenti, infatti, il Tfr accantonato non viene consegnato allInps ma gestito autonomamente e costituisce un utile tesoretto di liquidità.

Ma ai lavoratori conviene? E soprattutto, piace? Unindagine SWG-Confesercenti condotta su dipendenti e imprenditori e pubblicata a fiine febbraio 2015 ha rilevato che ladesione a questa formula è ancora scarsa. Solo sei dipendenti su cento lo hanno già chiesto ai propri datori di lavoro e un ulteriore 11% ha intenzione di avvalersi del beneficio entro lanno.


Complessivamente, il 17% di chi lavora preferisce avere subito la liquidità garantita dal trattamento di fine rapporto. Resta però un 83% di lavoratori che preferisce lasciare il Tfr e mantenere la situazione inalterata.

Anche le imprese sono sulla stessa lunghezza donda: l82% non ha ricevuto o prevede di non ricevere richieste di Tfr in busta paga. Se così fosse, sarebbe una buona notizia per molti imprenditori, visto che il 79% delle imprese segnala problemi nellottenere prestiti dalle banche per corrispondere ai dipendenti il Tfr in busta paga.

Chi ha scelto (o sceglierà) di avere il Tfr in busta paga lo fa, secondo lindagine, per avere maggiore liquidità necessaria a saldare debiti pregressi (24%), ad accumulare risorse da destinare alla previdenza integrativa (20%); fare acquisti (19%). Il 35% di quelli che lo hanno richiesto, invece, non sa ancora come impiegare la somma in più.

I motivi di chi non ha aderito sono invece: il desiderio di ottenere tutto il Tfr a fine carriera (58%), il fatto che il Tfr in busta paga è tassato con aliquota ordinaria e non ridotta come accade quando il trattamento viene erogato a fine rapporto di lavoro (30%); lintenzione di non mettere in difficoltà lazienda (10%); il fatto che sul luogo gli è stato sconsigliato apertamente (2%).

Oltre alla volontà di avere un gruzzoletto al termine del proprio percorso di lavoro, molti dipendenti sono stati scoraggiati dalla tassazione ordinaria di questa somma. Stando ai calcoli della Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro, il Tfr in busta paga potrà essere davvero conveniente per i lavoratori con un reddito fino a 15 mila euro. Chi ha un reddito superiore a questa soglia, pagherà più tasse. Prendendo il caso di un reddito piuttosto alto, 90 mila euro annui, laggravio sarebbe di 569 euro allanno.

venerdì, marzo 06, 2015

Jobs Act, ecco cosa cambierà nel mercato del lavoro



La riforma del mercato del lavoro varata dal governo Renzi trasformerà lo scenario in modo profondo. Dalladdio allarticolo 18 per i nuovi assunti alle nuove regole sul demansionamento, dallo stop ai co.co.pro. fino alle novità sul congedo parentale. Ecco quali sono, in sintesi, i cambiamenti introdotti dal Jobs Act

Il Jobs Act sta per trasformare radicalmente il mercato del lavoro. Dal contratto a tutele crescenti alladdio allarticolo 18 dello Statuto dei lavoratori per le nuove assunzioni, dalla fine dei contratti a progetto alle nuove norme sul demansionamento: le novità in arrivo sono molte e c’è chi ha già parlato, nel bene e nel male, di una rivoluzione. Ecco quali sono, in sintesi, i principali cambiamenti introdotti dalla riforma (per la quale il consiglio dei ministri ha appena varato alcuni dei decreti attuativi più importanti) che entreranno in vigore nei prossimi mesi.

Tutele crescenti e reintegro solo per licenziamenti discriminatori
I nuovi contratti a tempo indeterminato saranno a tutele crescenti. In altre parole, per i nuovi assunti, lindennizzo in caso di licenziamento ingiustificato aumenta a seconda dellanzianità di servizio (due mensilità di retribuzione per ogni anno di servizio, con un minimo di 4 mensilità e un massimo di 24). Con laddio allarticolo 18 dello Statuto dei lavoratori, si prevede che il reintegro nel posto di lavoro è possibile solo se il licenziamento è nullo o discriminatorio. Nei casi di licenziamento disciplinare, la reintegrazione sarà possibile se il giudice dovesse ritenere che il fatto materiale contestato al lavoratore per interrompere il rapporto di lavoro non sussista. Per le piccole imprese resteranno valide le regole in vigore attualmente.

Indennizzo anche per licenziamenti collettivi
Lindennizzo monetario varrà anche per i licenziamenti collettivi nel momento in cui lazienda dovesse violare le procedure e i criteri di scelta sui lavoratori da licenziare. Le mensilità da corrispondere, in questo caso, variano da 4 a 24.

Demansionamento
Una delle novità che ha fatto più discutere riguarda il demansionamento. Sarà possibile, in caso di ristrutturazione o di riorganizzazione aziendale oppure in altri casi previsti dai contratti, per le imprese variare le mansioni del lavoratore verso un livello più basso purché il trattamento economico resti lo stesso.

Fine dei contratti a progetto
A partire dal 2016 non potranno più essere stipulati contratti a progetto. Quelli in essere potranno continuare fino a scadenza. Ma dal primo gennaio del prossimo anno, a tutte le collaborazioni ''con contenuto ripetitivo ed etero-organizzate dal datore di lavoro saranno applicate le norme del lavoro subordinato. Niente più co.co.pro e co.co.co, insomma. Se un lavoratore farà effettivamente un lavoro subordinato non potrà avvalersi di forme atipiche. Le collaborazioni regolamentate da accordi collettivi restano comunque permesse.

Nuovo sussidio di disoccupazione.
La riforma Fornero aveva introdotto lAspi come sussidio per la disoccupazione. Ora arriva una nuova assicurazione contro la disoccupazione: la Naspi. Chi perde il proprio impiego e ha versato contributi almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni ha diritto a un sussidio pari alla metà delle settimane per cui sono stati versati i contributi. La Naspi è commisurata alla retribuzione ma non può superare i 1.300 euro. Dopo i primi quattro mesi si riduce del 3% al mese. Può durare al massimo 24 mesi ma è soggetta a una condizione: il disoccupato ha lobbligo di partecipare a progetti di riqualificazione professionale, pena la perdita del beneficio. Una novità è lintroduzione di un sussidio di disoccupazione anche per chi ha contratti di collaborazione.

Part time
Il Jobs Act introduce più flessibilità anche per quanto riguarda gli orari di lavoro. Le parti possono infatti stabilire clausole elastiche (che permettono lo spostamento della collocazione dell'orario di lavoro allinterno della giornata) o flessibili (che permettono la variazione in aumento dell'orario di lavoro nel part time verticale o misto).

Il contratto a tempo determinato e gli altri contratti
Chi pensava che il contratto a tempo determinato potesse essere eliminato si sbagliava. Il contratto a termine resta e conserva la sua durata massima di 36 mesi. Per il contratto di somministrazione è invece prevista si prevede un'estensione del campo di applicazione. Anche il job on call, o lavoro a chiamata, è confermato. Capitolo voucher: il tetto dell'importo per il lavoratore viene alzato da 5 a 7 mila euro, facendolo rimanere nei limiti della no tax area.

Congedo parentale: c’è più tempo
Chi vuole prendere il congedo parentale facoltativo (sei mesi in tutto) avrà tempo fino ai dodici anni vita del figlio. Ci sono quindi quattro anni in più, dal momento che a oggi letà massima del bambino è di 8 anni. Per venire incontro alle famiglie, inoltre, aumenta da tre a sei anni l'età entro cui il congedo facoltativo è retribuito parzialmente, cioè al 30%.
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