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martedì, giugno 28, 2016

Welfare aziendale: pubblicati i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate.


L’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 28/E del 15 Giugno 2016, è intervenuta per chiarire alcuni aspetti relativi alle previsioni introdotte dalla Legge di Stabilità per il 2016, connesse alle misure fiscali agevolative per le retribuzioni premiali e per lo sviluppo di sistemi di welfare aziendale.

La piena operatività della nuova disciplina in tema di detassazione dei premi di risultato si è verificata in data 14 Maggio 2016, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Interministeriale 25 Marzo 2016.

L’intento dichiarato del Legislatore è quello di incentivare la produttività aziendale riducendo gli oneri fiscali gravanti sui rapporti di lavoro subordinato, creando allo stesso tempo occasioni di offerta di misure di conciliazione vita/lavoro.

L’agevolazione di cui alla legge di Stabilità per il 2016 è riservata ai datori di lavoro del settore privato, incluse le Agenzie di somministrazione, ed è rivolta ai titolari di reddito di lavoro dipendente entro il limite di 50 mila euro conseguiti nell'anno precedente a quello di applicazione dell'agevolazione.

L’erogazione di somme e valori per i quali può  applicarsi l’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle  addizionali  nella  misura  del  10%, è quella in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali di cui all’articolo 51 del D.lgs. 81/2015, sono esclusi invece i contratti collettivi nazionali nonché gli accordi individuali tra datore di lavoro e lavoratore.

I contratti territoriali o aziendali attuativi del piano di detassazione, devono indicare gli obiettivi dell’accordo (incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione) e prevedere i relativi criteri di misurazione e verifica. I contratti devono essere depositati presso la DTL competente unicamente in modalità telematica entro 30 giorni dalla sottoscrizione degli stessi.

Ove previsto dalla contrattazione integrativa, il lavoratore può scegliere, in sostituzione del premio di produttività, di fruire di prestazioni di welfare aziendale corrisposte sotto forma di rimborso spese oppure “in natura”. Si tratta in questi casi di “panieri di utilità” integralmente deducibili, erogati dal datore di lavoro a scopo sociale, formativo o ricreativo.

L’Agenzia delle Entrate ha specificato alcuni aspetti riguardanti l’ambito di applicazione soggettivo dei piani di welfare aziendale, in particolare con riguardo a:
  • Opere  e servizi  aventi  finalità  di  educazione,  istruzione,  ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto. Sono utilizzabili dal lavoratore dipendente o dai familiari, è inclusa l’offerta di corsi di lingua, di informatica, di musica, teatro, danza. Tali servizi possono essere messi a  disposizione direttamente dal datore di lavoro oppure da parte di strutture esterne all’azienda, a  condizione  che  il  dipendente  resti  estraneo  al  rapporto  economico che intercorre tra l’azienda e il terzo erogatore del servizio.

  • Somme,  prestazioni  e  servizi  di  educazione  e  istruzione,  nonché  per la frequenza di ludoteche e centri estivi e per borse di studio. Sono incluse le scuole materne, precedentemente non contemplate, inoltre le ormai desuete “colonie climatiche”, sono state sostituite dai “centri estivi e invernali” e le “ludoteche”. Riconducibili  alla norma anche il servizio di trasporto scolastico, il rimborso di somme destinate alle gite didattiche, alle visite d’istruzione ed  alle  altre  iniziative incluse  nei piani di offerta  formativa scolastica nonché  l’offerta di servizi di baby-sitting.

  • Somme  e  prestazioni  per  servizi  di  assistenza  ai  familiari  anziani  o  non autosufficienti. Si intendono in questo ultimo caso le  persone  che necessitino di sorveglianza continuativa, nonché coloro che non siano in grado di compiere gli  atti  della  vita  quotidiana quali,  ad  esempio,  assumere  alimenti,  espletare  le funzioni fisiologiche e provvedere all'igiene personale, deambulare, indossare gli indumenti. Sono esclusi da questa fattispecie i bambini,  salvo  i  casi  in  cui  la non  autosufficienza  si  ricolleghi all’esistenza di patologie. Per quanto concerne la individuazione dei familiari anziani, si fa riferimento ai soggetti che   abbiano   compiuto   i   75   anni,  limite   di   età   considerato   ai   fini   del riconoscimento di una maggiori detrazione d’imposta dall’articolo 13, comma 4, del TUIR.
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