Come sta andando il programma per rilanciare l’occupazione co-finanziato dalla Ue? A giudicare dai primi dati, non decolla ancora. Finora, i ragazzi che si sono registrati sono poco più di 220 mila, quelli convocati dai servizi per il lavoro sono 70 mila e 50 mila hanno ricevuto il primo colloquio di orientamento. Le vacancy, ovvero le occasioni di lavoro inserite dalle aziende direttamente sul portale o tramite le agenzie per il lavoro, sono quasi 16 mila, per un totale di poco più di 22 mila posti disponibili. Il 71,7% delle vacancy è concentrata al Nord, il 14,4% al Centro e il 13,8% al Sud. Ecco lo stato dell'arte della Youth Guarantee e le iniziative delle Regioni per promuoverla.
Doveva essere lo strumento giusto per rilanciare l’occupazione giovanile in Italia. Rendere più fluido l’incontro tra domanda e offerta, aumentare l’occupabilità dei giovani Neet (che non studiano e non lavorano) e migliorare i servizi e le politiche attive per il lavoro. Finora invece, a cinque mesi dal suo esordio (primo maggio), la Garanzia giovani si sta dimostrando una grande incompiuta.
In base agli ultimi dati forniti dal Ministero del Lavoro (2 otoobre), i ragazzi che si sono registrati all’iniziativa sul portale garanziagiovani.gov.it o sui portali regionali sono poco più di 220 mila (223.729) su una platea potenziale di due milioni di inattivi. Di questi, 69.347 (meno di un terzo) sono stati convocati dai servizi per il lavoro e 49.577 (poco più di 1 su 5 degli iscritti) hanno ricevuto il primo colloquio di orientamento.
Il programma, finanziato con 1,5 miliardi di euro, prevede che a ciascun candidato sia offerta un’opportunità di lavoro o di tirocinio entro quattro mesi dalla registrazione. Ma vista la sproporzione tra iscritti e convocati, c’è da supporre che a qualcuno il telefono non sia squillato in tempo.
Oltre ai possibili ritardi, però, il dato che deve far
riflettere è un altro: le vacancy, ovvero le occasioni di lavoro inserite dalle
aziende direttamente sul portale o tramite le agenzie per il lavoro, sono al
momento solo 15.578, per un totale di 22.270 posti disponibili. Il 71,7% delle
vacancy è concentrata al Nord, il 14,4% al Centro e il 13,8% al Sud.
Tra le occasioni, la maggior parte sono offerte di lavoro a tempo determinato (11.669). Naturalmente, che le opportunità di questo tipo fossero molte di più di quelle a tempo indeterminato (2.112) era prevedibile. Fa una certa impressione, invece, notare che le vacancy legate all’apprendistato (295) e al tirocinio (981) siano pochissime, nonostante il programma intenda spingere proprio su queste tipologie contrattuali e di formazione per avvicinare i giovani al mercato del lavoro.
Curioso, inoltre, che tra i lavori messi a disposizione ci siano anche quelli autonomi: ben 251 le vacancy. In pratica, c’è chi usa il canale Youth Guarantee per trovare partite Iva a cui affidare incarichi e “lavoretti” di vario tipo. Probabilmente non è per questo che l’iniziativa è stata lanciata e finanziata.
Le istituzioni a cui spetta concretamente di implementare Youth Guarantee con azioni di politica attiva sono le Regioni, che hanno il compito di gestire tutte le attività decidendo come impiegare i fondi Ue e nazionali a disposizione, di coordinare i servizi per l’impiego e di emanare periodicamente i bandi con gli incentivi a favore delle aziende partecipanti al programma.
Tuttavia, sui portali regionali non si trovano informazioni puntuali su ciò che le Regioni stanno facendo per portare avanti il programma. Gli unici dati disponibili arrivano da alcune notizie presenti sui report settimanali pubblicati dal Ministero del Lavoro e dall’attività di comunicazione delle singole Regioni.
Ma una piccola “mappa” dello stato dell’arte della Garanzia giovani nelle Regioni si può comunque tracciare, partendo dal monitoraggio di alcune situazioni. Intanto, sappiamo che la maggior parte dei candidati iscritti risiede in tre Regioni del Centro-Sud: Sicilia (35.939 unità, il 16% del totale), Campania (30.951, 14%) e Lazio (14.978, 7%).
Queste tre Regioni assorbono anche il maggior numero di adesioni: Sicilia (35.712), Campania (30.014), Lazio (22.795) In altre parole, sono stati i territori più scelti per usufruire dei servizi messi a disposizione dal programma. Davanti a queste cifre, ognuna delle tre Regioni sta facendo le sue mosse, anche in base alla propria quota di risorse a disposizione.
La Sicilia, che ha una dotazione finanziaria di 178,8 milioni di euro ha attivato tutte le misure previste dal programma, tra cui accoglienza, formazione, apprendistato, tirocini. Ha cercato di ampliare la platea dei beneficiari della Garanzia Giovani con il Piano Giovani (anche se un problema alla piattaforma informatica ne ha complicato l’attuazione scatenando vibranti polemiche), al quale ha destinato 19,25 milioni per percorsi di tirocinio per giovani disoccupati/inoccupati, diplomati o in possesso di qualifica professionale, fino a 35 anni. In più, ha lanciato una selezione (programmata per lo scorso 30 settembre) per 1.800 ex lavoratori degli sportelli anche con l’obiettivo di supportare, grazie alla competenze di questi lavoratori, i centri per l’impiego nell’ambito di Youth Guarantee.
Tra le occasioni, la maggior parte sono offerte di lavoro a tempo determinato (11.669). Naturalmente, che le opportunità di questo tipo fossero molte di più di quelle a tempo indeterminato (2.112) era prevedibile. Fa una certa impressione, invece, notare che le vacancy legate all’apprendistato (295) e al tirocinio (981) siano pochissime, nonostante il programma intenda spingere proprio su queste tipologie contrattuali e di formazione per avvicinare i giovani al mercato del lavoro.
Curioso, inoltre, che tra i lavori messi a disposizione ci siano anche quelli autonomi: ben 251 le vacancy. In pratica, c’è chi usa il canale Youth Guarantee per trovare partite Iva a cui affidare incarichi e “lavoretti” di vario tipo. Probabilmente non è per questo che l’iniziativa è stata lanciata e finanziata.
Le istituzioni a cui spetta concretamente di implementare Youth Guarantee con azioni di politica attiva sono le Regioni, che hanno il compito di gestire tutte le attività decidendo come impiegare i fondi Ue e nazionali a disposizione, di coordinare i servizi per l’impiego e di emanare periodicamente i bandi con gli incentivi a favore delle aziende partecipanti al programma.
Tuttavia, sui portali regionali non si trovano informazioni puntuali su ciò che le Regioni stanno facendo per portare avanti il programma. Gli unici dati disponibili arrivano da alcune notizie presenti sui report settimanali pubblicati dal Ministero del Lavoro e dall’attività di comunicazione delle singole Regioni.
Ma una piccola “mappa” dello stato dell’arte della Garanzia giovani nelle Regioni si può comunque tracciare, partendo dal monitoraggio di alcune situazioni. Intanto, sappiamo che la maggior parte dei candidati iscritti risiede in tre Regioni del Centro-Sud: Sicilia (35.939 unità, il 16% del totale), Campania (30.951, 14%) e Lazio (14.978, 7%).
Queste tre Regioni assorbono anche il maggior numero di adesioni: Sicilia (35.712), Campania (30.014), Lazio (22.795) In altre parole, sono stati i territori più scelti per usufruire dei servizi messi a disposizione dal programma. Davanti a queste cifre, ognuna delle tre Regioni sta facendo le sue mosse, anche in base alla propria quota di risorse a disposizione.
La Sicilia, che ha una dotazione finanziaria di 178,8 milioni di euro ha attivato tutte le misure previste dal programma, tra cui accoglienza, formazione, apprendistato, tirocini. Ha cercato di ampliare la platea dei beneficiari della Garanzia Giovani con il Piano Giovani (anche se un problema alla piattaforma informatica ne ha complicato l’attuazione scatenando vibranti polemiche), al quale ha destinato 19,25 milioni per percorsi di tirocinio per giovani disoccupati/inoccupati, diplomati o in possesso di qualifica professionale, fino a 35 anni. In più, ha lanciato una selezione (programmata per lo scorso 30 settembre) per 1.800 ex lavoratori degli sportelli anche con l’obiettivo di supportare, grazie alla competenze di questi lavoratori, i centri per l’impiego nell’ambito di Youth Guarantee.
La Campania, che può utilizzare oltre 180 milioni di euro,
ha fatto in modo che Garanzia giovani si integrasse con altre misure di
politica attiva già programmate come “Campania al lavoro” (bonus occupazionale
alle imprese). La Regione ha firmato un accordo con la Regione
Calabria per la condivisione di strumenti di politiche attive del lavoro,
ha siglato un protocollo d'intesa con i Giovani Imprenditori di
Confcommercio della Provincia di Napoli per promuovere Garanzia giovani
nell'ambito delle aziende del terziario e ha pubblicato un bando per attivare
tirocini di sei mesi, retribuiti fino a 500 euro mensili, all'interno delle
Pubbliche amministrazioni.
Il Lazio, per cui sono stati stanziati circa 137 milioni di euro, ha puntato in particolare sul bonus occupazionale (oltre 35 milioni) e su misure di accompagnamento (34.5 milioni). Ha firmato diversi protocolli d’intesa con associazioni e organizzazioni, tra cui uno con Miur, Ministero del Lavoro ed Enel che prevede l'assunzione in apprendistato di alta formazione e ricerca per il conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore di alcuni studenti dell'Istituto Tecnico “Guglielmo Marconi” di Civitavecchia.
La Regione che ha ricevuto il maggior numero di adesioni da giovani residenti in altre regioni è la Lombardia, in cui le adesioni “esterne” sono state 8.411, contro le 11.425 interne. La dotazione finanziaria di cui la Lombardia dispone per Garanzia giovani è di 178 milioni di euro, impiegati principalmente per tre misure: bonus occupazionali per le imprese (quasi 53 milioni), tirocini per supportare l'inserimento lavorativo delle persone (oltre 37 milioni), e accompagnamento al lavoro (oltre 40 milioni). Dote Unica Lavoro è lo strumento utilizzato in regione per accedere alle misure di Garanzia Giovani.
Il Lazio, per cui sono stati stanziati circa 137 milioni di euro, ha puntato in particolare sul bonus occupazionale (oltre 35 milioni) e su misure di accompagnamento (34.5 milioni). Ha firmato diversi protocolli d’intesa con associazioni e organizzazioni, tra cui uno con Miur, Ministero del Lavoro ed Enel che prevede l'assunzione in apprendistato di alta formazione e ricerca per il conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore di alcuni studenti dell'Istituto Tecnico “Guglielmo Marconi” di Civitavecchia.
La Regione che ha ricevuto il maggior numero di adesioni da giovani residenti in altre regioni è la Lombardia, in cui le adesioni “esterne” sono state 8.411, contro le 11.425 interne. La dotazione finanziaria di cui la Lombardia dispone per Garanzia giovani è di 178 milioni di euro, impiegati principalmente per tre misure: bonus occupazionali per le imprese (quasi 53 milioni), tirocini per supportare l'inserimento lavorativo delle persone (oltre 37 milioni), e accompagnamento al lavoro (oltre 40 milioni). Dote Unica Lavoro è lo strumento utilizzato in regione per accedere alle misure di Garanzia Giovani.
Il Piemonte, che ha ricevuto 17.101 adesioni (12.999 interne
e 4.102 esterne), dispone di oltre 97,4 milioni di euro, la maggior parte
dei quali “investiti” per formazione e tirocini. La Regione è una di
quelle che ha scelto di non attivare tutte le misure previste dal
programma. Quelle rimaste fuori sono: apprendistato,
autoimprenditorialità, bonus assunzionale per le imprese e mobilità
professionale. Tra le attività che si fanno sul territorio per promuovere il
piano ci sono i "lunedì giovani", incontri di orientamento e di
supporto nella ricerca del lavoro presso i centri per l'impiego per i giovani
under 30. A quest’iniziativa, promossa dalla Provincia di Torino,
contribuiscono anche gli esperti delle risorse umane di alcune aziende del
territorio. Infine, l'Agenzia Piemonte Lavoro, con l'organizzazione
no-profit Fondazione Human+ ha avviato un percorso per sostenere la
creazione di imprese tra i giovani che hanno aderito a Garanzia Giovani.
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