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lunedì, maggio 18, 2015

Doityo, ecco l’app per condividere (e trovare) lavoro a km zero




Davide Alfano, imprenditore edile di 51 anni, ha ideato unapplicazione che consente, attraverso il meccanismo della geolocalizzazione, di far incontrare nello stesso quartiere o nella stessa zona persone che hanno bisogno di manodopera di vario tipo (idraulici, imbianchini, baby sitter e così via) e lavoratori disposti a eseguire quei lavoretti. Lidea di fondo è la condivisione sociale del lavoro: chi deve assegnare un incarico, privilegia chi gli è vicino ed è più in difficoltà”


Nellepoca della sharing economy, anche il lavoro si può condividere. Ed è giusto condividerlo in modo solidale con le persone che ci vivono accanto e che ne hanno necessità. È stata questa la molla che ha spinto Davide Alfano, imprenditore edile di 51 anni, a ideare Doityo (abbreviazione di do-it-yourself, ovvero fai da te), unapp che permette di far incontrare, nello stesso quartiere o nella stessa area, chi è disposto a fare lavori e lavoretti di vario tipo (idraulici, imbianchini, baby sitter, elettricisti, insegnanti per lezioni private, camerieri e così via) con chi ha bisogno di quelle prestazioni. In altre parole, unapp per trovare lavoro a km zero.

Grazie al meccanismo della geolocalizzazione, che copre un raggio di 60 km dal posto in cui si effettua la ricerca, chi si offre per un lavoro e vive più vicino al richiedente ha più possibilità di essere scelto rispetto ai lavoratori che vivono più distanti. Doityo non è una normale bacheca online con annunci di lavoro, dice a Synforma lideatore Davide Alfano.

Serve a facilitare gli incontri. Chi vuole trovare unoccupazione - per ora non si tratta di lavori che prevedono unassunzione ma stiamo lavorando per andare in quella direzione - si iscrive, inserisce i suoi dati, le sue competenze, spiega perché si iscrive e ha finito: il suo profilo finisce sulla piattaforma e può essere visualizzato da chi è in cerca di persone pronte a fare determinati lavori

Lapp individua diverse categorie di lavoro e ognuno, a prescindere dalla sua formazione e dalla sua carriera professionale, può candidarsi per tre settori. Lidea con cui è nato Doityo - spiega Alfano - è quella di stimolare lautoimprenditorialità, fare in modo che chi è disoccupato o ha difficoltà nel mondo del lavoro usi questa chance per rimettersi in gioco. E dallaltra parte, in base a quel concetto che io chiamo condivisione solidale del lavoro, chi ha bisogno di qualcuno che gli faccia un lavoro dovrebbe privilegiare chi gli sta intorno e chi ha più voglia di rimettersi in gioco.

In altre parole, lapp, disponibile in quattro lingue (italiano, inglese, francese e tedesco), consente ai richiedenti di vedere, tra chi è disponibile per svolgere un certo compito, chi è più vicino. Si può lanciare lofferta e chi la riceve può candidarsi.

A quel punto, quando il datore di lavoro ha scelto il lavoratore, a tutti gli altri arriva una notifica che li informa del fatto che il lavoro è stato assegnato.

Chi assegna il lavoro è anche libero di vedere a uno a uno i profili disponibili per un certo tipo di intervento e di inviare la propria offerta soltanto a uno. E per orientarsi nella decisione, lapp offre anche un sistema di recensioni in base a cui i committenti possono dare un punteggio alle prestazioni in modo da creare un network tra i profili fondato su fiducia e capacità riconosciute.

Nel profilo c’è anche unagenda settimanale, in cui ogni professionista può indicare le proprie disponibilità”, precisa il fondatore. Così non c’è il rischio che qualcuno contatti lavoratori già impegnati altrove.

Al momento, a Doityo, che è un progetto autofinanziato, lavorano 3 persone. Il mercato di riferimento è lItalia, in cui il servizio è stato lanciato il primo maggio. In due settimane sono stati circa tremila gli iscritti, in varie parti del Paese, soprattutto in Lombardia e Lazio.

Sì, ma cosa ci guadagna lapp? Chi riceve il lavoro, al momento dellaccettazione, paga alla piattaforma un certo numero di crediti a seconda del tipo di incarico e del compenso che riceverà: i crediti - allinizio ogni iscritto ne riceve gratuitamente 50 - sono poi acquistabili a basso costo, per nuovi lavori, attraverso lapplicazione. Se un mezzo facilita la possibilità di trovare lavoro è giusto che venga ripagato con una piccola ricompensa.

Ma Alfano non esclude cambi di business model in corsa. A seconda dei risultati che otterremo con la piattaforma potremmo anche pensare di regalare i crediti a chi lavora e di monetizzare in modi diversi.

mercoledì, maggio 13, 2015

Pensioni: 16 milioni di pensionati e 6,2 milioni iscritti ai fondi. Un rapporto squilibrato?



In vista della Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro a Napoli, Itinerari previdenziali ha fotografato lo stato della previdenza in Italia: tra i pensionati, 8,5 milioni hanno una pensione assistita, mentre si spende di più per il gioco dazzardo che per il welfare integrativo. Nota positiva per gli under 40: con il progetto Inps La mia pensione possono sapere quanto devono aspettare per ritirarsi dal lavoro e quale potrebbe essere limporto dellassegno pensionistico


Oltre 16 milioni di pensionati, di cui 8,5 milioni (circa il 52,2%) con una pensione assistita, ovvero con unintegrazione o un sussidio offerti dallo Stato come forma di assistenza sociale o per invalidità civile. E sono 6,2 milioni gli italiani iscritti ai fondi pensione, per i quali ogni anno vengono spesi 6,73 miliardi di euro (al netto del Tfr).

A scattare la fotografia dello stato delle pensioni in Italia è Itinerari previdenziali, una realtà che opera nel campo della comunicazione legata al welfare e organizza la Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro, in programma a Napoli il 12, 13 e 14 maggio.

In questo quadro, che ruolo giocano i fondi pensione? Al momento, secondo le stime presentate da Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali, il denaro destinato dagli italiani alla previdenza integrativa è ancora poco. Nonostante le risorse non manchino. A fronte dei 6,73 miliardi di euro investiti in fondi pensione (1.085 euro pro capite allanno), gli italiani spenderebbero 16,6 miliardi allanno per avere i consulti di maghi e fattucchiere: i fruitori abituali sarebbero 13 milioni. Allo stesso modo, 15 milioni di italiani dilapiderebbero 24 miliardi di euro allanno per il gioco dazzardo: 1.300 euro al mese a testa.

Non stupisce quindi, come evidenzia lOcse, che il rapporto tra il patrimonio complessivo gestito dai fondi pensione in Italia rispetto al Pil sia pari a 6,1 su 100. Negli altri Paesi industrializzati, la media ponderata è di 84,2 su 100. E in alcuni casi è addirittura superiore, come in Olanda dove il rapporto è di 166,3 su 100.

Accanto al tema della previdenza integrativa, c’è quello che riguarda il conoscere limporto della propria pensione in anticipo in modo da regolarsi ed effettuare scelte ponderate. A questo proposito, è da tenere docchio il progetto Inps, appena lanciato, La mia pensione, in base al quale i lavoratori con meno di 40 anni di età (17,8 milioni per il 2015 e altri 3,5 milioni a partire da gennaio 2016) potranno, da maggio, fare la proiezione sul periodo in cui potranno andare in pensione e, soprattutto, sullimporto che potranno ricevere. La risposta è già stata ampia, visto che nei primi giorni di maggio lInps ha registrato già 200 mila accessi di under 40 intenzionati a conoscere i propri tempi di attesa pensionistica.

martedì, maggio 05, 2015

Condividere l’auto per andare al lavoro anche con dipendenti di altre aziende: così cambia il carpooling aziendale

Jojob, un servizio dellazienda torinese Bringme, ha lanciato una piattaforma web e unapp che consente di visualizzare su una mappa la posizione di partenza dei propri colleghi e dei lavoratori di aziende limitrofe, mettersi in contatto e condividere la macchina per il tragitto casa-lavoro. Una forma di smart working che fa risparmiare (su una distanza media di 30 km) fino a 1.782 euro allanno e 7.722 kg di CO2

Condividere lauto per andare al lavoro non è unidea nuova. Se si ha un collega vicino casa e si sceglie di andare in macchina, non è difficile che ci si organizzi per muoversi insieme, risparmiare e sperimentare una forma di smart working semplice e accessibile.

Ma come si fa se si abita più lontano? E se qualcuno volesse mettere a disposizione il proprio mezzo e non sapesse come comunicare ogni giorno lorario di partenza e quello di ritorno? O ancora, se si vuole condividere un auto con persone che lavorano per unazienda che confina con la propria?

Una possibile risposta a queste domande la fornisce Jojob, un servizio di carpooling aziendale (rivolto cioè soltanto a chi lavora) per condividere il tragitto casa-lavoro con colleghi o con lavoratori che partono da zone vicine e arrivano ogni giorno in aziende limitrofe.

Jojob è costituito da una piattaforma web e da unapplicazione per dispositivi mobili come smartphone e tablet. Il servizio è sviluppato da Bringme, una startup torinese incubata al Treatabit del Politecnico di Torino.

Chi si iscrive, registrandosi sul sito jojob.it, può visualizzare su una mappa la posizione di partenza dei propri colleghi e dei lavoratori di aziende vicine alla propria, mettersi in contatto e condividere la macchina per il percorso da casa al lavoro.

Scaricando lapp per i dispositivi mobili, ognuno può stabilire e certificare il risparmio ambientale dopo ogni tragitto, espresso in termini di emissioni di anidride carbonica evitate. Il livello di CO2 non emessa fa ottenere punti che si possono trasformare in sconti utilizzabili in ristoranti, bar, locali e palestre convenzionate, sia a livello nazionale che locale.

Ma se il risparmio fosse solo ambientale, probabilmente il carpooling aziendale avrebbe un appeal minore su chi lavora. Lazienda ha calcolato che un dipendente che si reca in ufficio condividendo lauto - in una distanza casa-lavoro di 30 km - risparmia fino a 1.782 euro allanno e 7.722 kg di CO2.

Invece, percorrere a bordo di unutilitaria una distanza minore - 20 km al giorno - costerebbe invece 1.050 euro allanno solo di carburante, a cui vanno aggiunti pedaggi, parcheggi e usura del mezzo.

Stando a quanto afferma Jojob, utilizzare un servizio di condivisione auto fa risparmiare fino all80% del costo di trasporto in auto. Un risparmio - aggiunge lazienda - che è superiore anche a quello che si ottiene utilizzando mezzi alternativi come treni e trasporto pubblico.

Il carpooling però offre anche altri potenziali vantaggi: permette di viaggiare in compagnia anziché da soli, fa risparmiare tempo rispetto alluso di mezzi pubblici (scioperi, ritardi, orari prefissati), riduce lo stress dovuto allattesa dei mezzi o alla scomodità dei viaggi da pendolari in mezzi sovraffollati. E se lauto dovesse lasciare a piedi chi guida, la piattaforma mette a disposizione lelenco degli altri lavoratori che si stanno spostando facendo carpooling.

Che il carpooling aziendale cominci a piacere lo dimostra anche il fatto che importanti aziende e organizzazioni in Italia (Brembo, Findomestic, General Motors Powertrain, Heineken ed il Comune di Castelvetro di Modena) abbiano scelto di avvalersi del servizio di Jojob, facendolo partire proprio nella Giornata della Terra, che si è celebrata lo scorso 22 aprile.

Anche per le aziende, infatti, ci sono vantaggi economici - si risparmia sulle navette aziendali -, organizzativi - si riducono le assenze dei lavoratori per sciopero e si monitorano gli spostamenti dei propri dipendenti in orario di lavoro (anche se questultimo aspetto potrebbe anche non essere così desiderabile da parte di chi lavora) -, ambientali e in termini di responsabilità sociale di impresa.