Quelli
che una volta erano chiamati “interinali” godono di una serie di
protezioni e di diritti che li avvicinano ai lavoratori subordinati.
Dalla parità di trattamento rispetto ai pari ruolo assunti
“direttamente” in azienda alle opportunità di formazione
gratuita. Intanto, le imprese cercano sempre più somministrati: nei
primi sei mesi del 2014, gli occupati sono stati oltre 282mila in
media ogni mese, con un aumento dell’8,7 per cento rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente
Una
volta li chiamavano “interinali”.
Era una definizione che, nel sentire comune, faceva sempre pensare a
lavoratori precari e condizionati più di altri dalla temporaneità
del loro impiego. Poi, la riforma Biagi (decreto 276/2003) ha
introdotto una formula simile ma diversa, il contratto
di somministrazione di lavoro,
mandando il lavoro interinale in pensione. E con il tempo, anche
l’idea che i lavoratori somministrati fossero dei precari è andata
in soffitta, sostituita dalla convinzione che si tratta sì di
atipici ma con una
serie di diritti e di tutele che li avvicina ai lavoratori
subordinati “tradizionali”.
Sì perché il “lavoro tramite agenzia” gode di numerose garanzie, a partire dalla parità di trattamento economico e normativo rispetto ai dipendenti di pari livello. In altre parole, un lavoratore in somministrazione non può percepire, a parità di mansioni svolte, un compenso inferiore a chi è assunto “direttamente” dall’azienda utilizzatrice del servizio. In più, non può sottostare a regole diverse.
Al pari dei rapporti di lavoro subordinati, il contratto dei lavoratori in somministrazione prevede il riconoscimento dei contributi previdenziali, della maternità, dei congedi parentali.
Il sistema di welfare approntato per i lavoratori somministrati prevede che l’ente bilaterale Ebitemp (costituito attraverso un accordo tra le organizzazioni sindacali Alai Cisl, Nidil Cgil e Uil Cpo e l'associazione delle agenzie per il lavoro in somministrazione Assolavoro) eroghi una serie di prestazioni a sostegno del reddito: indennità di infortunio, tutela sanitaria, piccoli prestiti personali, sostegno alla maternità e contributo per asili nido, mobilità territoriale.
Uno dei diritti più importanti di cui gode il lavoratore tramite agenzia è quello alla formazione. Dal momento che le imprese che richiedono personale in somministrazione alle agenzie hanno bisogno di persone già formate e pronte a rispondere alle esigenze, i lavoratori possono accedere a corsi di formazione gratuiti sia durante le “missioni” (i contratti di lavoro stipulati tra le agenzie per il lavoro e i dipendenti) che al di fuori.
Lo strumento per gestire la formazione professionale è Forma.Temp, anch’esso costituito da sindacati e associazione di categoria.
Sempre nell’ambito dei soggetti bilaterali, c’è anche un fondo pensione complementare negoziale, Fontemp, che eroga trattamenti pensionistici complementari al sistema previdenziale obbligatorio.
Un aspetto che ha contribuito a percepire il lavoro tramite agenzia come non precario è stato anche la fine dell’equazione somministrazione = impiego temporaneo. Dal 2009 infatti è stato reintrodotto nell’ordinamento la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, anche definito staff leasing.
Si tratta però di una formula che si può applicare solo ad alcune attività: le costruzioni, i servizi di cura e assistenza alla persona, i servizi di pulizia, le analisi di mercato, la gestione di call center, i servizi di consulenza nel settore informatico, i servizi di sostegno alla famiglia.
Le protezioni per i somministrati non sono soltanto quelle previste dai contratti ma anche quelle suggerite dalla realtà. Un’importante arriva proprio dal fatto che la somministrazione, anche in tempi di crisi, è stata una risorsa preziosa per trovare occupazione e ridurre il lavoro nero.
Basta osservare gli ultimi dati a disposizione: nei primi sei mesi del 2014, i lavoratori in somministrazione occupati in un mese sono stati oltre 282 mila in media, con un aumento dell’8,7 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Le ore lavorate complessivamente sono oltre 162 milioni, con un incremento dell’8,9 per cento. Nel secondo trimestre, i lavoratori tramite agenzia sono stati 297 mila, contro i 267 mila dello stesso periodo 2013. Numeri in continua crescita. Segno di un dinamismo che non può essere sottovalutato.
Sì perché il “lavoro tramite agenzia” gode di numerose garanzie, a partire dalla parità di trattamento economico e normativo rispetto ai dipendenti di pari livello. In altre parole, un lavoratore in somministrazione non può percepire, a parità di mansioni svolte, un compenso inferiore a chi è assunto “direttamente” dall’azienda utilizzatrice del servizio. In più, non può sottostare a regole diverse.
Al pari dei rapporti di lavoro subordinati, il contratto dei lavoratori in somministrazione prevede il riconoscimento dei contributi previdenziali, della maternità, dei congedi parentali.
Il sistema di welfare approntato per i lavoratori somministrati prevede che l’ente bilaterale Ebitemp (costituito attraverso un accordo tra le organizzazioni sindacali Alai Cisl, Nidil Cgil e Uil Cpo e l'associazione delle agenzie per il lavoro in somministrazione Assolavoro) eroghi una serie di prestazioni a sostegno del reddito: indennità di infortunio, tutela sanitaria, piccoli prestiti personali, sostegno alla maternità e contributo per asili nido, mobilità territoriale.
Uno dei diritti più importanti di cui gode il lavoratore tramite agenzia è quello alla formazione. Dal momento che le imprese che richiedono personale in somministrazione alle agenzie hanno bisogno di persone già formate e pronte a rispondere alle esigenze, i lavoratori possono accedere a corsi di formazione gratuiti sia durante le “missioni” (i contratti di lavoro stipulati tra le agenzie per il lavoro e i dipendenti) che al di fuori.
Lo strumento per gestire la formazione professionale è Forma.Temp, anch’esso costituito da sindacati e associazione di categoria.
Sempre nell’ambito dei soggetti bilaterali, c’è anche un fondo pensione complementare negoziale, Fontemp, che eroga trattamenti pensionistici complementari al sistema previdenziale obbligatorio.
Un aspetto che ha contribuito a percepire il lavoro tramite agenzia come non precario è stato anche la fine dell’equazione somministrazione = impiego temporaneo. Dal 2009 infatti è stato reintrodotto nell’ordinamento la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, anche definito staff leasing.
Si tratta però di una formula che si può applicare solo ad alcune attività: le costruzioni, i servizi di cura e assistenza alla persona, i servizi di pulizia, le analisi di mercato, la gestione di call center, i servizi di consulenza nel settore informatico, i servizi di sostegno alla famiglia.
Le protezioni per i somministrati non sono soltanto quelle previste dai contratti ma anche quelle suggerite dalla realtà. Un’importante arriva proprio dal fatto che la somministrazione, anche in tempi di crisi, è stata una risorsa preziosa per trovare occupazione e ridurre il lavoro nero.
Basta osservare gli ultimi dati a disposizione: nei primi sei mesi del 2014, i lavoratori in somministrazione occupati in un mese sono stati oltre 282 mila in media, con un aumento dell’8,7 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Le ore lavorate complessivamente sono oltre 162 milioni, con un incremento dell’8,9 per cento. Nel secondo trimestre, i lavoratori tramite agenzia sono stati 297 mila, contro i 267 mila dello stesso periodo 2013. Numeri in continua crescita. Segno di un dinamismo che non può essere sottovalutato.