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lunedì, ottobre 01, 2018

LA CORTE COSTITUZIONALE RIDISEGNA IL JOBS ACT- COSA CAMBIA SUI LICENZIAMENTI


La Corte Costituzionale dichiarando parzialmente illegittimo l’articolo 3, comma 1 del Decreto Legislativo n. 23/2015 colpisce una parte rilevante del Jobs Act. 
Tale cambiamento condizionerà i licenziamenti illegittimi per motivi economici e disciplinari nelle aziende con più di 15 dipendenti.

Cosa prevedeva la normativa? 
Con il contratto a tutele crescenti (introdotto con il Jobs Act nel marzo 2015) qualora il lavoratore assunto a tempo indeterminato, veniva illegittimamente licenziato, il giudice dichiarava estinto il rapporto di lavoro (dunque senza più la reintegra) condannando però il datore di lavoro al pagamento di un’indennità già prestabilita in base all’anzianità lavorativa.

Cosa prevede ora? 
La sentenza della Consulta, le cui motivazioni saranno depositate nelle prossime settimane, ha bocciato la parte che stabilisce in modo rigido e predeterminato l’indennità̀ spettante al lavoratore, ingiustificatamente licenziato, in ragione della sola anzianità di servizio, in quanto contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza. 
La Corte ha stabilito che la norma contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione.

Spetterà dunque al giudice calcolare l’indennità di risarcimento, determinandolo su criteri arbitrari e non più su un mero automatismo definito solo dall’anzianità di servizio. 
Saranno ad esempio tenuti in considerazione alcuni criteri soggettivi del lavoratore (es. carichi familiari gravosi) e del rapporto di lavoro estinto (es. licenziamento del tutto ingiustificato).

In attesa delle motivazioni della sentenza e di eventuali correttivi che il Legislatore apporterà alla norma, torneremo sull’argomento visto il rilevante impatto che questa modifica avrà sui processi attualmente in essere.




Synergie Legal Departement


#goodjob

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