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mercoledì, dicembre 23, 2015

Jobs Act e Contratto a Progetto: aggiornamento.

Questo post per aggiornarvi sulla situazione delle collaborazioni a progetto a seguito del Jobs Act, in particolare del D.lgs. 81/2015 agli articoli 2 e 54.


Il decreto stabilisce che dal 1°gennaio 2016 anche alle collaborazioni a progetto con caratteristiche equiparabili a rapporti di lavoro subordinato, ovvero prestazioni esclusivamente personali e organizzate dal committente, si applicherà la disciplina del rapporto di lavoro subordinato.

Fanno eccezione alcuni casi di collaborazione espressamente richiamati all’articolo 2 per cui continuerà ad applicarsi la disciplina del lavoro autonomo.
Tutto ciò è stato stabilito sia a scopo antielusivo, sia per favorire le assunzioni a tempo indeterminato, più tutelante per i lavoratori.
È previsto anche un incentivo per i datori di lavoro privati che procedano alla assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato di “soggetti già parti di contratti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto e di soggetti titolari di partita IVA con cui abbiano intrattenuto rapporti di lavoro autonomo”, ovvero l’estinzione degli illeciti amministrativi, contributivi e fiscali connessi all’erronea qualificazione del rapporto (ad eccezione degli illeciti accertati a seguito di accessi ispettivi effettuati in data antecedente alla assunzione).
In questo processo, Synergie, può offrire la possibilità di assunzione a tempo indeterminato gli “ex lavoratori a progetto” con i benefici previsti dalla futura legge di stabilità, che prevediamo verrà pubblicata in gazzetta ufficiale entro fine anno.

Per maggiori informazioni CONTATTATECI

Synergie Legal Dept.
#Goodjob

venerdì, ottobre 16, 2015

Why don't you get a job?

di Diego Castagno
 
I giovani in Italia? Sono un po’ bamboccioni, o meglio sono “Choosy”. Elsa Fornero, la lady di ferro della riforma delle pensioni in Italia, liquidava senza troppi indugi e senza troppi giri di parole il problema dell'occupazione giovanile e dei NEET, ovvero di quei giovani che non studiano e non lavorano. Choosy, nel senso che, a fronte di un mercato del lavoro sempre alla ricerca di risorse, molti "giovani" non accettavano i lavori offerti, preferendo restare senza fare nulla. Ovviamente la polemica mediatica e politica fu feroce, ma almeno mise in luce in maniera “ufficiale” e definitivo un problema che in pochi allora riuscivano a focalizzare nel nostro paese, vale a dire l’imbarazzante tasso di disoccupazione giovanile, e la questione NEET. Che non riguarda solo le giovani generazioni, e le cui cause sono per lo più dovute alla carenza di politiche strutturali ed efficaci nel medio periodo.
 
Un recente rapporto dell'ILO, il report sul  Global Employment Trend For Youth 2015, mette in luce come i giovani high-qualified non accettino volentieri lavori “dequalificanti”. E racconta di come in molti paesi del mondo la sfida dell'occupazione giovanile sia stata affrontata con l'ottica sbagliata. Non sono state infatti attuate politiche che tenessero conto del sistema del mercato del lavoro nel suo complesso, ma solamente interventi puntuali, limitati nel tempo e con obiettivi circoscritti, spesso non coordinati fra loro. Tra gli effetti di questa incapacità di ragionare in termini complessivi negli anni è aumentata la lontananza  fra le competenze acquisite nel periodo dell'istruzione e quelle richieste effettivamente nell'ambito lavorativo.
 
Tra le possibili soluzioni, il rapporto dell’ILO ne suggerisce alcune che sembrano fatte apposta per il nostro paese. Innanzitutto servirebbe un maggiore coordinamento fra i vari livelli istituzionali, quello nazionale, regionale e globale, in modo da adottare politiche comuni, o almeno compatibili fra loro. Sarebbe inoltre necessario sostenere con risorse adeguate le politiche attive per il lavoro, con programmazioni a medio termine, senza limitarsi alle politiche passive di contrasto alla disoccupazione da espulsione del mercato del lavoro. 
 
Inoltre dovrebbe essere facilitato l'inserimento dei giovani nelle aziende tramite sgravi fiscali, azione parzialmente operata in Italia grazie al JobAct, con esiti non sempre e non dovunque positivi. Secondo l’ILO, occorre facilitare la transizione scuola-lavoro per le fasce più svantaggiate della popolazione, ma allo stesso tempo bisogna tutelare anche i profili più alti, offrendo loro opportunità lavorative di qualità. Le politiche attive per il lavoro vanno inserite in un quadro di welfare che preveda le garanzie sociali, economiche e legali, per non polarizzare ulteriormente un mercato del lavoro già fortemente “segmentato” tra garantiti, ipergarantiti e non garantiti affatto. Insomma, volendo sintetizzare, i giovani non sono un problema, ma una risorsa, la cui valorizzazione passa attraverso un lavoro che consenta una partecipazione attiva alla società in cui sono inseriti. La disoccupazione giovanile e il mismatch sono due aspetti della stesso “problema”, ovvero la difficoltà di immaginare e sostenere modelli e politiche ambiziose di sviluppo di ampia portata.

lunedì, ottobre 12, 2015

Go big or go home

Un monito, una sfida, un sogno, ma soprattutto un obiettivo.


La canzone degli American Authors è stata la Colonna Sonora di tutte le Finals Nba della passata stagione, e non può che essere il migliore stimolo per il ritorno nella massima divisione nazionale di basket per l’Auxilium Torino, che dopo 22 anni di malinconica assenza non poteva trovare miglior esordio che quello di lunedì 5 ottobre al PalaRuffini contro i ragazzi di Reggio Emilia, freschi conquistatori proprio tra le mura di questo palazzetto della Supercoppa Italia pochi giorni prima.

Esordio agrodolce, severo eppure di grande stimolo, per una formazione, un coach e un pubblico che dovranno fare in fretta tesoro di ogni canestro, fatto, subito, contestato al di là dei 22 punti di passivo al termine dei quattro quarti, inizio di un percorso che di per sé è già una vittoria.

Perché che nonostante il risultato finale, Mancinelli, Fantoni, Giachetti, Ebi e gli americani hanno scaldato l’ovale del Palazzo esaltando il pathos che solo gli appassionati di questo grande sport sanno produrre.

Synergie-Italia ha avuto la possibilità, la fortuna, il merito, la perseveranza, la voglia di scommettere, e speriamo la lungimiranza, di investire in questo grande progetto di basket, e di sport soprattutto, basato come il nostro mestiere sul lavoro di squadra.

E che per il suo esordio è diventato un evento-spettacolo seguito in esclusiva su Sky alla sua prima apparizione dopo più di due decadi di assenza, e che Torino ha accolto come meglio non poteva: palazzetto esaurito, Ultras scatenati a cantare fino alla sirena dei 40’, sciarpata collettiva (grazie anche al gentile dono fatto a tutti i presenti da parte della società) espressione di un calore e un affetto sopito che aspettava di tornare alla luce da troppo tempo.

Tantissimi gli ospiti nel parterre insieme al nostro Amministratore Delegato Giuseppe Garesio, che hanno voluto essere presenti insieme agli altri quasi 4000 tifosi che hanno fatto registrare il “tutto esaurito”, compreso il sindaco della città Piero Fassino.

Sugli spalti ci siamo divertiti tantissimo. E vogliamo continuare a divertirci con questo grande basket.

martedì, ottobre 06, 2015

Genova è il suo mare.

di Diego Castagno

Genova è il suo mare: il mare dove inizia e finisce la città, da dove parte la sua storia e dove la sua cultura affonda le radici più profonde.

Il mare è narrazione infinita, è locale e soprattutto globale, è economia ed è lavoro, competenza, eccellenza ed una sfida con la natura che non finisce mai di stupire.

Dal 30 settembre al 5 ottobre Genova è il suo Salone, con le ultime novità della nautica internazionale, giunto alla sua 55° edizione. Il Salone Nautico di Genova è il più grande Salone del Mediterraneo. Accoglie migliaia di appassionati e decine di operatori ed è pensato per far vivere ai suoi ospiti le esperienze e le emozioni che nascono dalla passione per il mare e per gli sport acquatici.
Più di 1.000 le barche delle quattro aree della tradizione: la vela, i motori fuoribordo e i gommoni, il powerboat e il motoryacht, assieme alle ultime novità della nautica nazionale e internazionale esposte lungo un percorso che attraversa nuovi pontili e aree riservate alle aziende. Il fuori salone è Genova, con un cartellone di iniziative e di eventi in grado di valorizzare le bellezze di una città verticale tra la terra e il suo mare, ricca di contrasti e di storia, di cultura e di arte.


Quest’anno al Salone nautico ci siamo anche noi, a supporto di un settore che cresce e che punta sull’eccellenza, in grado di proporsi sui mercati internazionali con proposte sempre all’avanguardia e con risorse umane straordinarie per competenza ed esperienza. Synergie Italia da sempre punta sul lavoro, sulla formazione e sulla valorizzazione delle risorse umane. E punta sull' eccellenza, in un mercato sempre più globale e sempre più aperto, sostenendo le grandi sfide e le imprese disposte al viaggio ed alla avventura. Alla scoperta di nuovi mondi. Tra la terra e il mare.

lunedì, giugno 22, 2015

Giovani e stage: il rapporto migliora



Da una ricerca condotta dallIstituto Toniolo emerge che la maggioranza degli under 30 (il 78%) inizia ad apprezzare lo strumento del tirocinio come canale di ingresso nel mondo del lavoro.
Secondo Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, anche le aziende dimostrano di gradire di più rispetto al passato questa modalità per formare e conoscere i possibili nuovi assunti 


Lo stage? Non dispiace. Né ai giovani italiani né alle aziende. Per quanto riguarda le nuove generazioni, la prova arriva dal Rapporto Giovani, una ricerca curata dall’Istituto Toniolo, con la collaborazione della testata online Repubblica degli stagisti, che approfondisce il modo in cui gli under 30 italiani guardano allo strumento del tirocinio.

L’indagine conferma che l’atteggiamento prevalente tra chi si affaccia al mondo del lavoro è pragmatico: lo stage può essere più o meno utile a seconda delle condizioni in cui viene svolto.

«La grande maggioranza dei giovani lo mette in conto come un passaggio obbligato prima di entrare pienamente nel mercato del lavoro», ha affermato Alessandro Rosina, ordinario di Statistica sociale alla Cattolica di Milano e curatore della ricerca.

«Ma viene percepito - continua il docente - con ambivalenza. L'83% lo considera un potenziale strumento di sfruttamento, ma contemporaneamente il 78% pensa che possa essere una importante modalità di formazione e preparazione al mondo del lavoro. Insomma per alcuni è un “male” necessario, per altri una cosa buona troppo spesso usata male e quindi da migliorare perché sia effettivamente utile».

Il tirocinio però sembra riscuotere più successo che in passato anche tra le aziende. Lo si evince dai riscontri di “Best Stage 2015”, evento organizzato il 15 giugno a Milano da repubblicadeglistagisti.it per fare il punto sulla situazione dell'occupazione giovanile in Italia e presentare l’edizione aggiornata della guida Best Stage, un vademecum (50 mila download per l’edizione 2014) con informazioni aggiornate sulle leggi regionali in materia di stage, risposte a domande frequenti in tema, informazioni sulle migliori opportunità di stage all'estero, in agenzie europee e organismi internazionali e la lista della trentina di aziende che a oggi fanno parte dell'RdS network, l'iniziativa di RdS che federa le imprese più virtuose con gli stagisti (almeno 500 euro di rimborso al mese per i laureati, almeno 250 euro per gli altri, trasparenza sul numero di stage attivati annualmente e sulla percentuale di assunzione post stage).

Le aziende presenti all’incontro hanno confermato di credere nello stage come mezzo per formare e conoscere i candidati prima dell’eventuale assunzione. «È uno strumento positivo per “prendersi le misure vicendevolmente», ha detto Manuela Kron, direttore Corporate Affairs Gruppo Nestlé in Italia.

Un dato da interpretare positivamente, secondo Eleonora Voltolina, fondatrice e direttore de La Repubblica degli Stagisti, è la crescita di richieste, da parte delle imprese, di certificati di qualità degli stage come quelli rilasciati dalla testata online: «Negli ultimi mesi è aumentato il numero di aziende che ci contattano per chiederci di entrare nell'RdS network».

Ed è un segnale incoraggiante notare che a scommettere sugli stage sono anche le imprese medio-piccole. Tra gli RdS Awards, i premi che il sito diretto da Voltolina conferisce alle aziende che si sono distinte nell’uso degli stage, c’erano infatti di nuovo anche delle Pmi: DPV e ProgettoED (azienda con una decina di dipendenti), a cui è andato l'award “Speciale piccola impresa”. Entrambe, si legge nella motivazione, hanno dimostrato qualità nella gestione dei propri stagisti, offrendo una formazione di buon livello e uno sbocco lavorativo al termine dell'esperienza.

Gli altri premi sono andati a Tetra Pak (miglior rimborso spese: 800 euro netti mensili, che diventano 1.100 per chi risiede a più di 40 km, mensa, notebook e palestra), Spindox ed Everis miglior tasso di assunzione post-stage: nel 2014, oltre il 90%), Ferrero (punteggio più alto dai lettori della Repubblica degli Stagisti), EY (miglior utilizzo dell'apprendistato: nel 2014 405 contratti di questo tipo), Nestlé e Bosch (smart working e conciliazione tempi di lavoro e vita privata, premio assegnato in collaborazione con il Comune di Milano).

martedì, giugno 16, 2015

Estate, oltre 24 mila opportunità con le agenzie per il lavoro: ecco le figure più richieste


Da una recente indagine di Assolavoro, lassociazione nazionale delle apl, emerge che con la bella stagione sono numerose le occasioni di lavoro in somministrazione. I settori con le maggiori chance sono il turismo, la ristorazione e la sanità. I profili più richiesti? Animatori, cuochi e personale di sala, ma anche magazzinieri, medici e infermieri


Da una recente indagine di Assolavoro, l’associazione nazionale delle apl, emerge che con la bella stagione sono numerose le occasioni di lavoro in somministrazione. I settori con le maggiori chance sono il turismo, la ristorazione e la sanità. I profili più richiesti? Animatori, cuochi e personale di sala, ma anche magazzinieri, medici e infermieri
Non solo vacanze. L’estate può diventare un’ottima occasione per trovare un impiego approfittando delle chance di lavoro in somministrazione che si aprono con la bella stagione. Secondo una recente indagine di Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro (oltre 2.500 filiali complessive in tutta Italia, considerando tutte le associate, che fanno accedere a oltre 1,2 milioni di occasioni di lavoro), sono più di 24 mila le opportunità lavorative delle agenzie per il lavoro per l’estate 2015.

I settori dove si registra il maggior numero di posti disponibili sono, come prevedibile, il turismo e la ristorazione, ma anche la sanità e i servizi alla persona, l’agricoltura e l’industria di trasformazione

Nell’ambito dell’ospitalità, le figure professionali più ricercate sono gli animatori, le hostess, i cuochi, i pasticceri, il personale di sala, i barman e gli addetti all’accoglienza e all’assistenza della clientela.

Ma c’è anche spazio per quei ruoli che rappresentano un indotto diretto del turismo estivo, in quanto sono richiesti tanto nelle strutture turistiche quanto in luoghi come porti, aeroporti, centri commerciali e negozi di vario tipo.
 
Il caldo e l’afflusso di gente aumentano la possibilità di malori e di problemi per la salute? Ecco allora che nelle 24 mila vacancy di manodopera in somministrazione si registrano anche quelle di personale medico (con particolare riferimento a medici e infermieri) da impiegare in hotel e luoghi di vacanza, di fisioterapisti e farmacisti.

Nel comparto socio-assistenziale risultano molto ricercati quei professionisti, come gli oss (operatori socio sanitari) e gli addetti allassistenza di base, che si dedicano in particolare alla cura degli anziani in strutture ad hoc. Allo stesso tempo, c’è bisogno di personale che si occupi di bimbi, soprattutto babysitter, e più in generale della cura del corpo, dalle estetiste ai personal trainer.

Quanto al lavoro stagionale agricolo, le maggiori opportunità si trovano nella raccolta di frutta, fiori e ortaggi. E non è da sottovalutare la possibilità di accedere a impieghi all’interno di aziende manifatturiere, sia nelle aree commerciali e amministrative che direttamente nella produzione, soprattutto nelle imprese conserviere.

Quali sono i requisiti più richiesti dalle agenzie per il lavoro che offrono impiego per conto delle loro aziende clienti? Flessibilità e disponibilità a lavorare su turni anche nei giorni festivi e nei weekend, disponibilità a viaggiare - cosa che in estate può diventare più piacevole -, capacità di gestire lo stress, doti comunicative, conoscenza indispensabile dell’inglese e, se possibile, di altre lingue straniere.

Gettonatissime, vista la provenienza dei turisti stranieri in Italia, sono le lingue come il cinese, larabo e il russo: chi le conosce ha molta più probabilità di lavorare rispetto ad altri candidati altrettanto preparati ma meno competenti dal punto di vista linguistico.

Infine, chi deve compiere attività specializzate ha naturalmente l’obbligo di essere dotato di brevetti e certificazioni ad hoc, come nel caso degli istruttori subacquei.

mercoledì, giugno 10, 2015

Lavoro, le dieci cose che rendono felice un dipendente


Ecco qual è, secondo lindagine del Barometro Ipsos 2015, il decalogo degli interventi di welfare aziendale che contribuiscono al benessere psicofisico dei lavoratori. Dalla formazione ai buoni pasto

Essere soddisfatti sul lavoro non è soltanto una questione personale ma la risultante di una serie di condizioni presenti sul luogo di lavoro e di interventi di welfare aziendale.

In base ai dati del Barometro Ipsos 2015, una ricerca annuale condotta (su un campione rappresentativo di dipendenti di 14 Paesi europei) per conto di Edenred, società che gestisce i fondi finalizzati per le imprese, è stato stilato un vero e proprio decalogo del benessere lavorativo. Ovvero, gli elementi che contribuiscono alla felicità di un dipendente.

1. Investimento in formazione
Secondo lamministratore delegato di Edenred Italia, Andrea Keller, «l86% dei lavoratori italiani ritiene che la formazione sia lingrediente principale della competitività personale ed aziendale. Le moderne piattaforme di flexible benefit consentono di scegliere percorsi modulari allinterno di un ampio panel di scuole manageriali, università e centri di formazione»

2. Salute e  prevenzione
Per tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori ci possono essere vari strumenti di welfare aziendale come lassistenza sanitaria, le assicurazioni integrative e gli screening per prevenire malattie.

3. Benefit su misura
Sentirsi una persona, con un ruolo e non uno tra tanti. Così come psicologicamente è utile differenziarsi, anche per i benefit servono soluzioni ad hoc che cambiano per single, mamme, junior o senior. Un programma di welfare aziendale che funziona deve essere flessibile.

4. Buoni pasto
Alimentarsi bene è fondamentale. Avere lincentivo del buono pasto induce a mangiare meglio e a curare al meglio la pausa pranzo.

5. Gestione dello stress
Tutto ciò che agevola il work-life balance, lequilibrio tra lavoro e vita privata, serve a ridurre lo stress e a rendere i lavoratori più sereni e produttivi. Alcune misure? La baby sitter a domicilio, il maggiordomo aziendale e il caregiver.

6. Aiuto per i trasporti
Arrivare al lavoro sapendo che il tragitto è costato, oltre che tempo, molto denaro, è un fattore che demoralizza chi lavora. Ecco perché i dipendenti europei sostengono che ricevere un aiuto economico per i trasporti (magari, labbonamento ai mezzi), sarebbe unagevolazione molto apprezzata.

7. Il sostegno per i consumi energetici
Così come i trasporti, anche i consumi energetici pesano molto sul bilancio familiare. Un contributo da parte dellazienda riuscirebbe a rendere più motivato il personale.

8. Lasilo nido
Se ne parla da anni, anche se non se ne fanno mai abbastanza. Per favorire il lavoro femminile ed evitare che tanta professionalità venga sprecata e non utilizzata al meglio è necessario che i genitori, e in particolare le mamme, abbiano la possibilità di poter andare al lavoro sapendo di poter lasciare il proprio figlio in una struttura sicura, meglio ancora se proprio allinterno dellazienda. Contribuire a queste spese sarebbe prioritario per togliere problemi ai lavoratori.

9. Laiuto ai familiari non autosufficienti
Negli ultimi cinquant'anni, nel nostro paese, la famiglia è profondamente cambiata. Il welfare privato - afferma Andrea Keller, lamministratore di Edenred Italia  - oggi può agire concretamente sui bisogni di nuclei familiari che al loro interno ospitano soggetti fragili (anziani, diversamente abili);  una realtà sempre più diffusa e bisognosa di supporto.

10. Aiuto ai familiari per attività sportive e culturali
Se un dipendente vede che la propria azienda si prende cura anche dei propri figli è più motivato a sentirsi parte dellazienda. Pertanto, se lazienda finanzia iniziative culturali e attività sportive, contribuisce al benessere e alla produttività dei lavoratori.

Intanto, però, nel 2015 il mercato del lavoro italiano è risultato tra i più immobili in Europa, con dipendenti sfiduciati in merito alle proprie prospettive professionali. Tanto che, secondo lindagine Ipsos, nel 66% dei casi, hanno rinunciato a ricercare attivamente una nuova posizione.

Dato ancora più allarmante è che gli italiani sono fedeli alla propria azienda soprattutto perché credono di non potersi ricollocare rapidamente (77% del campione) e perché sono tra i più sfiduciati verso il futuro, terzi solo dietro francesi e polacchi.